Le Onde d’urto
Cosa possono curare le onde d’urto?
Si parla di onde acustiche, ovvero di impulsi sonori, caratterizzati da una particolare forma d’onda (rapido picco di pressione positiva, seguito da un altrettanto rapida, ma minore, fase di pressione negativa), in grado di produrre una stimolazione meccanica diretta.
L’utilizzo delle onde d’urto in medicina (litotripsia) nacque originariamente per applicazioni in urologia, impiegata tuttora per la frantumazione dei calcoli renali.
Da più di un decennio inoltre, l’impiego delle onde d’urto nella pratica clinica quotidiana si è ampiamente diffusa anche in ambito ortopedico – fisiatrico, seppur con azione ed effetti terapeutici completamente diversi da quelli sui calcoli renali.
Esistono due tipi di onde d’urto:
- Focali: sono onde focalizzate che riescono grazie ad una particolare tecnologia piezoelettrica e a un monitoraggio ecografico a colpire il tessuto con un’ottima precisione. Sono ottime per trattare tessuti molli profondi (calcificazioni anca, calcificazioni spalla) in cui l’area dolorosa non è sempre definita in maniera precisa.
- Radiali: sono onde d’urto che sfruttano la potenza di un proiettile che viene spinto da aria compressa contro una superficie metallica sprigionando una onda di impatto, creando così una energia che si irradia su tutta la superficie. Esistono diversi tipi di testine che riescono più o meno a focalizzare l’onda, per raggiungere con una certa precisione il tessuto osseo doloroso (spina calcaneare, Fascite plantare, Epicondilite). Chiaramente essendo questi tessuti superficiali, anche con la palpazione si può raggiungere con una certa precisione l’area, e quindi sono molto indicate per il trattamento di questi disturbi.
Presso il Poliambulatorio Fondazione Rota utilizziamo le Onde d’urto radiali.
Cosa possono curare le onde d’urto?
Ogni seduta inizia da un’attenta valutazione del terapista, che ascolta il problema che affligge il paziente, e cerca di individuare l’area interessata dalla patologia. Si procede ad una palpazione del tessuto alla ricerca del punto di maggiore dolore, e si fa una prima ipotesi delle strutture anatomiche circostanti.
Le applicazioni variano in base alla patologia da trattare, e le patologie che se ne avvalgono sono:
Tessuti ossei
- Ritardi di consolidamento/pseudoartrosi
- Necrosi asettica testa omero/femore
- Fratture da stress
- Frattura dello scafoide
- Dolori al piede
- Algodistrofia
- Calcificazione spalla
- Osteocondrosi
- Trattamento dei dolori al tallone (Tallonite)
- Trattamento dei dolori alla spalla (Periartrite)
Patologie dei tessuti molli:
- Condrocalcinosi gomito, anca, ginocchio
- Rigidità articolare spalla/gomito/anca/gin.
- Calcificazione e ossificazione
- Miositi ossificanti
- Fibromatosi di muscoli, legamenti, fasce
- Strappo muscolare
Tendinopatie dei tessuti molli
- Tendinopatia calcifica di spalla
- Epicondilite laterale di gomito
- Tendinite trocanterica
- Tendinite della zampa d’oca
- Tendinite post-traumatica di ginocchio
- Tendinite del rotuleo
- Tendinite del tendine d’Achille
- Fascite plantare con sperone calcaneare
Il trattamento vero e proprio non può e non deve essere visto come semplice “bombardamento” con le onde d’urto. Tale atteggiamento va considerato dal paziente che deve essere il giudice del buon operato del fisioterapista.
La seduta di onde d’urto, prevede l’uso di un gel bianco trasparente, inodore, che funge da mezzo con cui l’onda viene propagata al tessuto sottostante.
Il fattore che spesso rende il trattamento delle onde d’urto uno spiacevole ricordo è il dolore provocato. I nostri fisioterapisti, non amano fare sentire dolore al paziente, per cui ogni seduta deve essere vista come una conquista e il dolore deve andare via lentamente senza traumatizzare eccessivamente il tessuto, per cui l’intensità deve essere misurata alla soglia di dolore del paziente.
Pause continue permettono di trattare il tessuto senza incappare nelle ire del paziente che subisce un trattamento che non è di certo privo di fastidi. Il fattore tempo gioca molto a nostro favore, in quanto l’uso di onde d’urto che hanno un’alta potenza e velocità. ci permette di trattare la patologia in pochi minuti, raggiungendo il risultato, senza traumatizzare il nostro paziente. Ogni seduta dovrà essere graduale, e permettere di ottenere un miglioramento costante e duraturo.
Possono essere associate a Tecarterapia
Come agiscono le onde d’urto
A differenza dei calcoli renali che si frantumano per impatto con le onde sonore, quando le onde d’urto ad alta potenza colpiscono i tessuti come ossa e tendini creeranno una sorta di benefico “micro-idromassaggio”, in grado di promuovere una serie di reazioni biochimiche e cellulari, responsabili, in ultima analisi, dell’effetto terapeutico.
Gli studi clinici e sperimentali degli ultimi anni sono stati rivolti a capire il meccanismo sorprendente per cui da una stimolazione puramente meccanica (onda d’urto) si possano ottenere effetti biologici.
Ci sono effetti collaterali?
Come ogni terapia sono presenti degli effetti collaterali e delle controindicazioni alle onde d’urto:
- Portatori di pacemaker
- Persone che sono sottoposte a terapia anticoagulante
- Persone con gravidanza in atto, infezioni, neoplasie, coagulopatie.
Qual è la durata di una seduta di onde d’urto e quando costano?
- Mediamente una seduta dura dai 10 ai 15 minuti
- Un ciclo di 3 onde d’urto costa 75€
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